Un territorio vocato alla pericoltura dove si produce il 70-80% delle pere italiane di qualità con grande attenzione ad innovazione e sostenibilità ambientale
FERRARA – Una zona produttiva tra Emilia-Romagna e Veneto, nel cuore della Pianura Padana dove si produce il 70-80% delle pere italiane. Una vera e propria “Terra della pera di qualità”, in particolare dell’Abate Fétel, ma anche di altre cultivar ormai conosciute e apprezzate in tutto il mondo come Carmen, Santa Maria, Williams, Max Red Barlett, Conference, Decana del Comizio, Kaiser.
Grazie a questa vocazione produttiva e a una filiera innovativa e capace di rinnovarsi continuamente questo territorio è diventato il centro della pericoltura italiana e da qui partono le idee e i progetti per la continua valorizzazione del prodotto in nuovi mercati. L’Italia mediamente produce 750.000 tonnellate di pere e risulta così il primo paese produttore in Europa. L’offerta complessiva di pere in Italia nel 2016 è stata di circa 680.000 tonnellate e di queste 450.000 sono state prodotte in Emilia-Romagna. Ottima la qualità generale del prodotto che sta arrivando sui mercati con calibri a +75, grazie anche a tecniche produttive sempre più all’avanguardia che mantengono un’importante attenzione alla sostenibilità ambientale.
La pera italiana piace sempre di più agli italiani: lo conferma il fatto che nell’ultimo triennio i consumi sul mercato interno sono progressivamente aumentati. Nello specifico, nel 2015 i consumi sono cresciuti del 24% rispetto al 2013, trend confermato nel 2016 a dimostrazione che l’impegno nella produzione e valorizzazione del prodotto sta dando buoni risultati. Ma le pere italiane sono apprezzate anche all’estero dove esportiamo in media 140.000 tonnellate di pere, circa il 20% del quantitativo prodotto. Ed è proprio il mercato tedesco quello che richiede maggiormente la pera italiana di qualità, tanto che viene venduto in Germania il 40% di pere destinate all’export. In generale è l’intera Unione Europea ad apprezzare il prodotto italiano – il 90% della produzione pericola esportata – in particolare Francia, Romania, Austria ed alcuni Paesi dell’est Europa.
Attraverso eventi come FuturPera ed allo sforzo strategico dell’intera filiera l’obiettivo è quello di aprire nuovi mercati per la pera italiana, nuovi consumatori che comprendano il valore di un prodotto buono e sano, dalle caratteristiche uniche.